Fernando Pessoa, è questo il nome dell’autore di uno dei più bei versi del 1900. Un uomo poliedrico, insofferente e inquieto che ha composto i suoi primi scritti in inglese. Ma esattamente qual è la sua storia e quali sono le sue frasi più celebri? Qui di seguito sarà possibile trovare le risposte a queste domande.
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Fernando Pessoa: la storia
Molti lo conoscono semplicemente come Fernando Pessoa, pochi invece lo conoscono con il suo nome di Battesimo ovvero Fernando António Nogueira Pessoa. Stiamo nello specifico parlando del noto poeta, scrittore e aforista portoghese considerato uno dei più importanti poeti di lingua portoghese. Nato a Lisbona il 13 giugno del 1888, Fernando Pessoa ha vissuto gran parte della sua vita in Sud Africa dove si è trasferito nel 1895 insieme alla madre fino al momento in cui si è sottoposto all’esame di ammissione all’Università di Città del Capo. La lingua inglese ha giocato un ruolo molto importante nella vita del poeta, al punto tale che lo stesso studiava, pensava, scriveva, lavorava e traduceva in inglese. Ha vissuto una vita piuttosto discreta e ha trovato espressione in vari settori. Ad esempio nel commercio, nella pubblicità, nel giornalismo ma soprattutto nella letteratura.
Nel 1905 ha fatto ritorno a Lisbona dove si è occupato di proseguire la produzione delle poesie in inglese. Nel corso degli anni successivi è poi entrato in contatto con scrittori molto importanti della letteratura portoghese. Pessoa nel novembre del 1935 è stato ricoverato all’ospedale di Luìs dos Franceses a causa di una crisi epatica causata dall’abuso di alcool. Il giorno 30 dello stesso mese, a soli 47 anni, il suo cuore ha smesso di battere per sempre. “I know not what tomorrow will bring… “, è stata questa l’ultima frase in inglese da lui scritta. Una frase molto importante che tradotta nella nostra lingua significa “Non so cosa porterà il domani”.
Le frasi più famose
Diverse sono le frasi di Fernando Pessoa divenute molto celebri nel mondo. Tra queste alcune delle più famose sono:
- Io non ho fatto altro che sognare. È stato questo, e solo questo, il senso della mia vita. Non ho mai avuto altra vera preoccupazione se non la mia vita interiore. I più grandi dolori della mia vita si attenuano quando, aprendo la finestra che dà dentro di me, posso dimenticare me stesso alla vista del suo movimento. (Il libro dell’inquietudine);
- Non amiamo mai nessuno. Amiamo solo l’idea che ci facciamo di qualcuno. È un concetto nostro quello che amiamo: insomma, amiamo noi stessi. ( Il libro dell’inquietudine);
- Il mondo è di chi è nato per conquistarlo, e non di chi sogna, a buon diritto, di poterlo conquistare. (Tabaccheria, Poesie di Álvaro de Campos);
- Felicità è fuori dalla felicità. Non c’è felicità se non con consapevolezza. Ma la consapevolezza della felicità è infelice, perché sapersi felice è sapere che si sta attraversando la felicità e che si dovrà subito lasciarla. Sapere è uccidere, nella felicità come in tutto. (Ill ibro dell’inquietudine);
- La Decadenza è la perdita totale dell’incoscienza; perché l’incoscienza è il fondamento della vita. Il cuore, se potesse pensare, si fermerebbe.
